I flabelli di Iside

” Nel 1976 l’arciprete di Malcesine Don Nicola Azzali vuole usufruire del terreno – parte scosceso, parte pianeggiante – a ridosso della canonica per costruirvi un campo da pallavolo. Vengono in luce quattro mezzi capitelli (uno mutilo) scolpiti per essere corporazione di mezzi pilastri. Pietra serena. “

Così scrive Nereo Maffezzoli nel libro Asterischi Malcesinesi, edito dal Comitato Museo Castello Scaligero nel 1990, in un capitolo dedicato a questa scoperta, passata allora stranamente in sordina, e di cui è lo stesso Maffezzoli il primo (e probabilmente l’ultimo fino ad ora) a scriverne.

Scambiati inizialmente per capitelli dell’antica chiesa plebana e il volto centrale, femminile, per quello di un angelo, non furono oggetto di molta attenzione e fu proprio il gardesano Maffezzoli, che fu stimato insegnante e preside a Malcesine, a supporre che fossero capitelli di un antico tempio dedicato al culto di Iside mettendoli in relazione con il ritrovamento, fatto nel 1540 nei pressi della Pieve di S. Stefano, di una lapide custodita oggi al Museo Lapidario Maffeiano di Verona e che recita queste parole:

“Alla Madre degli dei e a Iside G. Menazio figlio di G. della tribù Fabia cognominato Severo restaurò il tempio e costruì il pronao ex voto”

Malcesine romana infatti secondo il Sartori non farebbe parte dell’agro romano veronese ma sarebbe appartenuta alla tribù Fabia, come testimoniato anche da una seconda lapide, attestante anch’essa l’ampliamento di un secondo tempio dedicato ad Iside e ritrovata ai piedi del Monte Brione nell’Alto Garda.

La tribù Fabia aveva una predilezione per il culto di Iside? La diffusione del culto di Iside nell’impero romano è forse frutto del fascino e della commozione che le umane vicende della dea hanno suscitato nelle genti. Il perfido cognato Seth le uccide il marito Osiride e lo taglia in quattro pezzi che disperde in altrettanti luoghi sconosciuti del regno. Iside ne va in cerca. Ricompone tutti i pezzi e con le sue arti magiche gli ridà la vita per concepire un figlio, Horus. Quindi lo imbalsama per restituirlo alla vita immortale.

Ma dove si trovava il tempio di Iside? Secondo Maffezzoli proprio sul luogo dell’attuale chiesa parrocchiale o nelle sue immediate vicinanze, come testimoniato dal successivo ritrovamento dei capitelli, e doveva avere queste dimensioni: facciata m.9 – fiancate m. 18 – altezza alla linea di gronda m. 8 – Si devono poi aggiungere il frontone e un basamento con gradinata d’ accesso, proporzionali.

Stabilire una data precisa per i quattro capitelli è impossibile ma la tecnica usata nella scultura – un uso abbondante del trapano – li colloca intorno al 380 dopo Cristo.

Custoditi oggi nei pressi della parrocchiale meriterebbero ulteriori studi e una collocazione che li valorizzasse.

Per approfondire: Asterischi Malcesinesi, Comitato Museo Castello Scaligero Malcesine (1990) Tipografia Andreis


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